I cani da slitta fanno parte del nostro immaginario collettivo, molti di noi sono cresciuti con i romanzi d’avventura di Jack London ambientati nel Grande Nord. Ripercorrete con noi la storia di una disciplina sportiva tra le più affascinanti, nel mondo e in Svizzera.
La storia delle corse di cani
Le prime tracce dei cani da tiro per gli spostamenti sulla neve sono state scoperte su pitture rupestri risalenti a oltre quattromila anni fa nella Siberia orientale. Si suppone quindi che in Artide le razze di cani locali si siano mescolate ai lupi e abbiano così creato una sottospecie perfettamente adattata a contesti di neve e ghiaccio. Successivamente, i primi contatti tra le popolazioni dell’Europa continentale e gli Inuit consentirono di «esportare» questo mezzo di trasporto. Nel corso della storia, la slitta trainata da cani venne poi più o meno utilizzata, e talvolta persino proibita, fino alla vera e propria esplosione avvenuta in Alaska nel quadro della corsa all’oro, quando ci si rese conto che era l’unico modo per affrontare le enormi distese del Grande Nord. A questo scopo esclusivamente utilitario si aggiunse nei decenni successivi l’idea di sfruttarne il potenziale sportivo, e nel 1908 venne organizzata la prima corsa, la All Alaska Sweepstakes. In considerazione del grande successo della competizione, la disciplina prese progressivamente piede in Canada, nel resto degli Stati Uniti e in Europa. Nel 1925, i cani da slitta dimostrarono di poter essere preziosi anche in un altro contesto, quello di una letale epidemia di difterite: la cittadina di Nome, in Alaska, attendeva un carico di farmaci per i suoi abitanti, ma condizioni meteorologiche estreme ne impedivano il trasporto. Solo una staffetta di cani da slitta riuscì a raggiungere la località sul Mare di Bering. Dal 1973, ogni anno viene organizzata l’Iditarod, una gara di cani da slitta tra Anchorage e Nome volta a commemorare quell’impresa e, più in generale, a preservare le tradizioni al cospetto dell’utilizzo vieppiù frequente delle motoslitte.
Razze di cani stupefacenti
I cani da slitta vantano qualità fisiche eccezionali che permettono loro di non soffrire il freddo e di percorrere lunghe distanze nella neve. La temperatura delle loro zampe non scende al di sotto degli 0 °C, il che esorcizza il rischio di congelamento. Si distinguono cinque razze di cani da tiro: l’Alaskan Malamute, il Groenlandese, il Samoiedo, l’Eschimese canadese e il Siberian Husky. Quest’ultimo è considerato un velocista, ma tutti sono stati allevati per sfruttare al massimo questa qualità.
Gli incroci
Esistono numerosi meticciamenti tra cani da slitta di razza pura e cani con vantaggi fisici naturali, come il Bracco, il Levriero o il Pointer inglese. Da questi incroci, in costante miglioramento, sono nati l’Alaskan Husky, l’Eurohound, il Greyster, il Chinook e il Seppala Siberian Sleddog.
L’organizzazione della muta
Una muta è caratterizzata da una formazione a tandem. I posti sono scrupolosamente rispettati: si distinguono il leader, o cane di testa, lo swing dog, che lo spalleggia, i team dog, che compiono lo sforzo maggiore, e i wheel dog, situati giusto davanti alla slitta. Spesso i ruoli ruotano per favorire la coesione del gruppo. Esistono diverse combinazioni, ma tutte devono rispettare le caratteristiche del singolo animale. Spetta al musher, il conducente, comporre adeguatamente la muta.
Il numero di cani di una muta varia secondo la razza, la strategia del musher e il tipo di corsa. Le competizioni su lunghe distanze vengono in genere affrontate con almeno dieci cani, quelle di velocità con due-nove cani, in funzione della categoria. Il sesso non ha importanza, in una muta si trovano indifferentemente maschi e femmine.
Il benessere dei cani da slitta
Come avviene per ogni atleta, la salute dei cani da slitta è tenuta sotto stretto controllo. Abusi o negligenza da parte di un musher sono severamente sanzionati con una squalifica o, nei casi più gravi, adendo le vie legali. Alle corse assistono diverse squadre di veterinari specializzati in queste razze, negli eventi più grandi viene addirittura predisposto un vero e proprio ospedale da campo, con la possibilità di fare radiografie ed ecografie.
Nella Grande Odissea, per esempio, tutti i cani vengono sottoposti a un esame clinico (battito, tensione, respirazione ecc.) e ortopedico prima della partenza, e poi ogni giorno per tutta la durata della corsa. Gli infortuni più frequenti sono quelli in cui incorrono anche gli esseri umani nella pratica sportiva: storte, tendiniti e tagli. I veterinari sono sul posto anche per i controlli antidoping sui cani.
Le corse di cani da slitta in Svizzera
Neppure la Svizzera è rimasta immune dalla passione per le corse di cani da slitta, come testimonia la costituzione nel 1959 del Club svizzero dei cani nordici. Dal punto di vista morfologico, il nostro paese si presta a questa disciplina, praticata a livello professionistico e amatoriale con diverse corse su tutto il territorio. Il Parco Nazionale Svizzero, con le sue numerose vallate e le vette, è per esempio un’area perfetta per l’organizzazione di competizioni, così come località quali Tschierv, Splügen, San Bernardino, Studen, Lenk e Kandersteg. I campionati svizzeri si terranno a Lenk il 12 e il 13 febbraio 2022.
Engelberg
Engelberg, Comune del Canton Obvaldo situato ai piedi dei 3238 metri del Titlis, ha ospitato la prima corsa di cani da slitta in Svizzera nel 1966. Si correva su distanze tra i settecento e i mille metri, le mute erano composte di cani di diversi proprietari i quali, piazzati sulla linea del traguardo, li incoraggiavano a finire la gara. Da lì a poco, le competizioni avrebbero preso una piega ben più professionale: nel 1975, Lau van Leuven, pilota d’aereo appassionato della cultura inuit, si presentò con la sua muta di cani ai nastri di partenza della corsa di Saignelégier.
Saignelégier
Nel 1972, il Comune giurassiano di Saignelégier è considerato il luogo ideale per l’organizzazione di corse di cani da slitta. Il primo tentativo, nel mese di gennaio dell’anno successivo, diede eccellenti risultati: dopo un’abbondante nevicata, sette mute si affrontarono spinte da una folla molto numerosa. Le foto di questa prima competizione europea fecero il giro del continente e sancirono di fatto la nascita delle corse internazionali di Saignelégier, che da allora si ripetono di anno in anno, con alcune eccezioni per mancanza di neve.